Seconda Tappa

Descrizione

E' la tappa più montana, caratterizzata dalla bella cresta del Linas che si percorre quasi integralmente, e che ci regalerà panorami su metà dell’Isola e ci consentirà di godere di un ambiente se non proprio alpino, molto simile a quello appenninico o, per chi lo conosce, quello delle montagne corse.

 Terminata la cresta, una lunga attraversata ci condurrà al vecchio villaggio di Arenas e da qui, passando sotto la spettacolare falesia di Gutturu Pala, fino alla grande sorgente di Pubusinu dove si farà tappa presso l’omonimo agriturismo.  31,6 km con 1400m di dislivello che si snodano inizialmente su sentieri e infine lungo ciò che rimane delle strade costruite durante il periodo delle miniere 

Si percorre lo sterrato in salita lungo Riu Figus e dove questo termina presso una capanna forestale, si prosegue lungo l’esile e ripida traccia che porta fino a Genna Eidadi (1026m). La traccia è appena visibile ma come riferimento si prende il ripido canale pietroso che sale direttamente fino a Genna Eidadi che si imbocca pochi metri superata la capanna, dapprima lungo una strada pietrosa in salita, per immettersi quindi nel canale che si percorre spostandosi di volta in volta lievemente un po’ a dx e sx.

Variante: questo tratto ripido e assai faticoso si può evitare aggirandolo a destra; un po’ prima di arrivare alla capanna forestale, lo sterrato si biforca, qui, invece che proseguire dritti, imboccare a dx lo sterrato che in piano conduce fino al bordo della collina per poi risalirlo fino a Genna Eidadi.

Guadagnata la sella, si risale brevemente lungo il sentiero che porta a Punta Cammedda, e dove questo si biforca (cartello), prendere la diramazione di sx che, proseguendo in piano in direzione nord ovest, ci consente di raggiunge in breve l’altro valico (Genna Impì) da cui inizia la cresta vera e propria che ci condurrà dapprima sulla vetta di Punta Cabixettas (1206m) e successivamente sul rilievo più alto raggiunto dal percorso, Punta Perda De Sa Mesa (1236m). Questo tratto è privo di un vero e proprio sentiero, basterà tenersi fedelmente sul filo dell’ampia cresta, evitando in particolare si spostarsi alla sua destra.

Presa la forestale a sx (direzione sud – ovest), la si percorre per alcuni minuti fino a trovare uno sterrato sulla dx (il secondo, non il primo, a quota 760m) che ci porta ad attraversare la valletta formata dal Riu Ilnas per spostarci sul versante opposto, dove, inizialmente uno sterrato e quindi un sentiero abbastanza comodo, quasi pianeggiante che passa sotto la caratteristica Cima Muru Mannu, ci conduce fino all'omonimo Canale dove attraverseremo Rio Cannisoni poco sopra a dove questo precipita a formare la cascata di Muru Mannu (possibilità di fare un bagno nelle belle vasche granitiche da questo formate) per risalire quindi brevemente fino ad un ampio valico (quota 750 m) che porta sul lato nord della Piana di Oridda.

Da qui, lungo una scomoda strada sassosa, si scende fino a Riu Oridda che si segue, sempre in discesa, per un breve tratto dove sarà possibile attraversarlo (subito dopo un ampio slargo tagliare nel bosco verso il torrente, cercando un punto comodo per attraversarlo) per poi imboccare a dx, sul versante opposto, lo sterrato che ci condurrà, seguendo il Canale Landru Durci, dapprima a Su Barracconi, ed infine in discesa fino al Villaggio di Arenas, unico borgo minerario conservatosi (anche per via di un recente risanamento, seguito, ahimè, di nuovo all’abbandono) in modo da consentirci di immaginare come fosse la vita ai tempi delle miniere. Prima del risanamento, entrare ad Arenas era un’esperienza spettrale. Il paese si materializzava senza preavviso, in mezzo al fitto e cupo bosco che lo aveva avvolto. Oggi non è più così, ma le costruzioni sono ancora parzialmente immerse nella foresta.

È questo un lungo tratto di raccordo, che si percorre sempre nel fitto del bel bosco, dapprima in lieve salita finché, giunti a valicare le colline nei pressi della località Su Barracconi, si scende fino ad Arenas.

Attenzione:

il sentiero per Arenas va preso PRIMA di arrivare a Su Barracconi. In questo punto è semplice sbagliare perché la segnaletica è confusa; dopo la discesa che segue allo scollinamento, giunti ad un bivio si imbocca lo sterrato a sx (non seguire i cartelli) che si segue fino ad una sbarra bianco/rossa, superata la quale, in prossimità di uno slargo, si svolta decisi a dx, fino ad intercettare nuovamente pochi metri avanti la segnaletica e ad un ulteriore bivio scegliere la diramazione a sx (cartello che indica Arenas, segnavia 330, ma non visibile dalla direzione in cui si proviene).

Incontreremo qui l’ampio sterrato che, imboccato a dx, ci condurrà in pochi minuti alla splendida sorgente di Pubusinu e all’omonimo Agriturismo, dove saremo ospitati meravigliosamente dalla famiglia Massa

Attenzione:

nel caso si volesse accorciare il percorso, da Arenas si può deviare per Arcu de Genna e Carru, dove è situata la vecchia laveria, e da qui prendere per lo sterrato che sale verso sx fino alle spalle di Punta Pilocca e una volta raggiunta la sommità, un ripido sentiero consente di ricongiungersi alla carrareccia che porta direttamente a Pubusinu, risparmiando così circa 40 minuti di cammino 

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Il filmato della Prima ripetizione della Tappa fatto con Relive